Lavoratori impatriati 2017: nuove indicazioni per gli autonomi

Per i lavoratori impatriati, la Legge di Bilancio 2017 ha portato interessanti novità: un’ulteriore riduzione del reddito tassabile e l’estensione dei vantaggi fiscali agli autonomi. Proprio per quest’ultima categoria, è arrivato un chiarimento dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Già dal 2016, manager, laureati, dipendenti con alte qualifiche e specializzazioni che si trasferiscono in Italia per motivi di lavoro possono usufruire di un interessante risparmio fiscale, introdotto dal cosiddetto Decreto Internalizzazione (D.Lgs. 147/2015). Per i primi cinque anni dal loro trasferimento vedranno tassata solo una parte del reddito da lavoro prodotto in Italia: dall’iniziale 70% previsto dal decreto, si è passati quest’anno al 50%.
Stiamo parlando dei lavoratori impatriati, che ora comprendono anche liberi professionisti e imprenditori. La legge di Bilancio 2017 ha infatti esteso gli incentivi che prima valevano solo per i dipendenti anche ai lavoratori impatriati autonomi.
Quali condizioni devono rispettare gli autonomi per poter usufruire degli incentivi previsti?
Requisiti per i lavoratori impatriati autonomi
In risposta a un’interrogazione parlamentare, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha dato un importante chiarimento su questo punto: il reddito di lavoro autonomo prodotto dai lavoratori impatriati è agevolabile, a condizione che il trasferimento della residenza in Italia avvenga nel periodo d’imposta 2017.
Se i lavoratori dipendenti possono usufruire degli incentivi anche per il 2016, i benefici per gli autonomi valgono quindi solo per chi prende la residenza fiscale in Italia da quest’anno.
Il lavoratore autonomo impatriato che voglia usufruire degli incentivi fiscali deve inoltre rispettare due condizioni:
- non essere stato residente in Italia nei cinque periodi di imposta precedenti il trasferimento
- mantenere la residenza in Italia per almeno due anni e svolgere qui l’attività lavorativa in modo prevalente
L’ampliamento della categoria di destinatari che possono usufruire dei benefici fiscali previsti per i lavoratori impatriati rappresenta un chiaro segnale: si tratta di un nuovo passo per attrarre capitale umano, favorendo il rientro o il trasferimento in Italia di talenti e forza lavoro qualificata.