La teoria dei nudge: come favorire decisioni

Come possiamo sfruttare il modo in cui le persone prendono le decisioni per migliorare le organizzazioni? Scopri la teoria dei nudge!

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Quante decisioni ci troviamo ogni giorno a dover prendere? Dalla mattina quando ci svegliamo, alla sera quando ci addormentiamo quante decisioni grandi o piccole, consapevoli o meno che ci troviamo a dover affrontare? Secondo alcune recenti ricerche sono ben 35.000 al giorno. Per quanto ci piaccia pensare a noi stessi come essere razionali, risulta evidente che la maggior parte di queste decisioni sono spinte più dalle emozioni che dalla logica. Questo è facilmente comprensibile se si prova a immaginare lo sforzo che altrimenti richiederemmo costantemente al nostro cervello.

Ma come possiamo sfruttare questo nostro modo di ragionare per migliorare la nostra vita e quella delle persone che ci circondano? Una risposta viene dalla teoria dei nudge!

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Strategie per prendere decisioni: le euristiche 

Per rispondere alla complessità che ogni giorno ci troviamo a dover affrontare facciamo costantemente ricorso a delle “scorciatoie” mentali, che consciamente o meno, ci permettono di risolvere un problema nel minor tempo possibile. Ma come possiamo concretamente prendere una decisione ottimizzando l’attività del nostro cervello? Grazie alle euristiche. 

Le euristiche, dal greco heurískein: trovare, scoprire, sono strategie di ragionamento, semplici ed efficaci. Sono utilizzate dal nostro cervello per ridurre il carico cognitivo e consentirci di rispondere in modo rapido ai problemi decisionali, che sono spesso responsabili di tipici errori di ragionamento (bias).  

Le euristiche non sono da intendersi come «deficit cognitivi», ma come strategie efficaci – evolute nel tempo – che ci aiutano nella vita di tutti i giorni. Si tratta quindi di un meccanismo cognitivo altamente specializzato, in grado di sapere come e quando imporre al nostro cervello uno sforzo maggiore e quando invece farsi guidare dal «pilota automatico».  

La teoria dei nudge. 

Ma come possiamo sfruttare questo nostro modo di ragionare per migliorare la nostra vita e quella delle persone che ci circondano? Una risposta viene dalla teoria dei nudge. 

Nella lingua inglese il concetto di nudge fa riferimento al pungolare, stimolare e assume un significato sia fisico, che metaforico. In italiano questo concetto viene spesso reso con l’espressione «spinta gentile» e ci si riferisce a pungoli che possono essere utilizzati per incoraggiare un determinato comportamento piuttosto che un altro. 

A introdurre e spiegare questa teoria sono stati nel 2008 il professore della Harvard Law School Cass R. Sunstein e Richard H. Thaler.

Nel campo dell’economia comportamentale e della filosofia politica, la teoria dei nudge sostiene che rinforzi positivi, suggerimenti o aiuti indiretti possono influenzare i motivi e gli incentivi che fanno parte del processo di decisione di gruppi e individui, almeno (se non molto di più) con la stessa efficacia di istruzioni dirette, normative o adempimenti forzati. 

La teoria dei nudge: lavorare sull’architettura delle scelte 

Secondo la teoria dei nudge, è possibile intervenire sulle scelte delle persone attraverso la strutturazione di una serie di «pungoli gentili».  

In particolare, è possibile intervenire su: 

  • La struttura delle opzioni, che comprende il numero di alternative, tecnologie e ausili decisionali, come le impostazioni di default e le scelte tempificate.  
  • La descrizione delle opzioni, cioè la loro progettazione e distribuzione nel tempo. 

I nudge: una spinta gentile. 

Per essere considerato un vero e proprio pungolo, l’intervento deve essere facile e poco costoso da evitare.   

I pungoli non devono essere degli ordini. Facciamo un esempio pratico: mettere la frutta al livello degli occhi e in modo facile da raggiungere può essere considerato un nudge; al contrario proibire il cibo spazzatura non lo è.  

Lo scopo della costruzione di questi nudge è soprattutto quello di cercare di migliorare il benessere delle persone orientando le loro decisioni pur mantenendone la libertà di scelta.   

Nel loro libro, Thaler e Sunstein definiscono questo approccio “paternalismo libertario”. 

Thaler e Sunstein, identificano quindi con nudge “ogni aspetto nell’architettura delle scelte che altera il comportamento delle persone in modo prevedibile senza proibire la scelta di altre opzioni e senza cambiare in maniera significativa i loro incentivi economici”.  

Nudge e modello EAST

Per applicare concretamente la teoria dei nudge si fa riferimento al modello EAST, secondo il quale i contesti da costruire per dare il via alla famosa “spinta gentile” devono essere: 

  • E: Easy. Facili, facilmente raggiungibili. 
  • A: Attractive. Attraenti, devono attirare l’attenzione  
  • S: Social. Sociali. Devono avere una ricaduta all’interno di reti sociali. 
  • T: Timely. Tempestivi. Devono sfruttare la giusta tempistica. 

  La teoria dei nudge può essere utilizzata nelle organizzazioni per spingere e favorire l’attuazione di determinati comportamenti nella popolazione aziendale. 

Vuoi scoprire se questo approccio può essere attuato nella tua organizzazione? 

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