Le dinamiche di gioco sono entrate a scuola e in azienda, con risultati molto interessanti. Ma qual è la differenza tra gamification e game-based learning? E quando dobbiamo usare un metodo o l’altro?
Negli ultimi anni abbiamo sentito parlare sempre più spesso di gamification e game-based learning, soprattutto in relazione a due settori che ci interessano molto: la didattica e la formazione aziendale. Ma se da un lato sono delle buzzword, dall’altro il loro potenziale resta ancora in gran parte inesplorato.
Oggi vogliamo scoprire insieme a voi: cosa significano esattamente gamification e game-based learning? In cosa si somigliano e in cosa sono diversi? Quali obiettivi possiamo raggiungere usando un metodo o l’altro a scuola o in azienda?
Gamification: cos’è?
Nella gamification, si applicano meccanismi tipici dei giochi a situazioni che non sono di gioco, con l’obiettivo di incoraggiare lo svolgimento di un’attività o l’acquisizione di un comportamento. Il principio alla base della gamification è molto semplice: se ci divertiamo, otteniamo risultati migliori. Rendere una determinata attività più divertente grazie all’inserimento di elementi come punti, sfide e ricompense aumenta quindi il grado di coinvolgimento, la motivazione e i risultati raggiunti.
Questo metodo è impiegato con molto successo in diversi ambiti, tra cui: sport, benessere, educazione, marketing, management aziendale. In azienda e a scuola la gamification può essere utilizzata per aumentare la produttività e per favorire l’apprendimento e lo sviluppo di competenze e conoscenze.
Caratteristiche della Gamification
Gli elementi presi a prestito dal mondo del gaming sono molteplici e possono venire associati in modo diverso in base al progetto. Tra i più utilizzati troviamo:
• Livelli di gioco
• Assegnazione di punti, badge e premi
• Obiettivi a tempo
• Classifiche
• Sfide e missioni
• Bonus
Se dividere un processo in livelli aiuta a definire i singoli obiettivi e a incrementare la motivazione, l’assegnazione di premi e badge permette ai dipendenti/studenti di ricevere un feedback immediato sulle proprie prestazioni. Inoltre, il meccanismo del punteggio e della classifica dei giocatori stimola una sana competizione.
Perché e quando usare la gamification?
- Per aumentare la produttività
- Per rinforzare l’apprendimento
- Per stimolare l’acquisizione di un comportamento
- Per aumentare l’engagement e la motivazione
- Per dare feedback immediati e aiutare studenti e dipendenti a verificare i propri progressi
Un esempio di gamification
La compagnia assicurativa americana Allstate Insurance CO., in associazione a modelli di formazione più tradizionale, ha usato la gamification per trasmettere nozioni sulla privacy policy aziendale e insegnare ai dipendenti come applicarla. I partecipanti si sono messi nei panni di un supereroe e, combattendo contro un avversario intenzionato a rubare i dati dei clienti, hanno potuto sia apprendere la teoria in modo divertente sia mettere subito in pratica le cose apprese.
La gamification può essere utilizzata anche in classe e non serve usare tecnologie sofisticate. Basta suddividere un compito da svolgere in livelli, usare i punti al posto dei voti, assegnare badge e premi. Questo metodo può essere utilizzato per incentivare l’apprendimento di una materia specifica oppure per favorire l’adozione di un comportamento o lo svolgimento di un’attività, come fare i compiti a casa o portare avanti un progetto di gruppo.
Game-Based Learning: cos’è?
Game-based learning significa utilizzare giochi e videogiochi come strumento per imparare. Giocare, nella didattica, non è una novità, ma la diffusione di giochi digitali ha sicuramente dato nuovo impulso al settore.
La nascita del game-based learning si fa normalmente risalire agli Stati Uniti degli anni ‘70, con la diffusione di The Oregon Trail, un computer game che fu poi utilizzato con successo nelle scuole elementari fino al 1995. Si trattava di un gioco di strategia ambientato durante la grande migrazione verso il West americano del 19° secolo, dove gli studenti avevano il compito di portare un gruppo di emigranti fino a destinazione sani e salvi.
Oltreoceano esistono molti esempi di videogiochi utilizzati con fini didattici, sia nella loro versione commerciale sia in edizioni educational, e anche in Italia si stanno compiendo i primi passi verso questa direzione.
L’interesse sempre maggiore per il game-based learning deriva dal grande coinvolgimento che questo approccio può suscitare negli studenti, abituati a usare i videogiochi nella loro quotidianità come strumento ludico.
Caratteristiche del game-based learning
- È il gioco stesso ad essere strumento di apprendimento
- Spesso si utilizzano videogiochi, ma non è obbligatorio: il game-based learning presuppone anche l’uso di giochi non digitali
- Possono essere utilizzati giochi commerciali o giochi per cui sono state realizzate ad hoc delle edizioni educational
Perché e quando usare il game-based learning?
- Per promuovere il pensiero critico, creativo e computazionale
- Per promuovere la collaborazione
- Per rendere l’apprendimento più coinvolgente, grazie alle dinamiche di gaming e al fatto di usare giochi che fanno parte del quotidiano degli studenti
- Per insegnare argomenti delle materie tradizionali in modo più coinvolgente
Un esempio di game-based learning
Un esempio di game-based learning interessante è l’utilizzo del gioco Minecraft, che, nella sua versione Edu, sta iniziando a diffondersi anche nelle scuole italiane. Minecraft è un videogioco mutipiattaforma molto diffuso e amato, che permette di realizzare ed esplorare mondi in 3d usando dei mattoncini virtuali. A scuola, viene utilizzato sia per rafforzare l’apprendimento delle materie del curricolo, ad esempio facendo esplorare agli studenti mondi antichi, sia per favorire lo sviluppo di competenze come il pensiero computazionale, critico e creativo. Uno strumento che vale la pena conoscere meglio, come puoi scoprire leggendo la nostra intervista al Minecraft Global Mentor Marco Vigelini.
Anche a lavoro c’è spazio per il game-based learning: in azienda sono utilizzati con successo i serious game, giochi che uniscono simulazione, elementi ludici e formazione. Questi giochi favoriscono lo sviluppo di nuove competenze permettendo ai dipendenti/giocatori di interagire con simulazioni di situazioni reali, tipiche della loro quotidianità professionale. La dimensione simulativa permette quindi di passare dalla teoria alla pratica e di apprendere facendo.