Conciliazione vita lavoro: dare impulso al lavoro femminile

La conciliazione vita lavoro torna d’attualità grazie alla Legge di Stabilità, che ha introdotto interessanti novità in materia di servizi per promuovere il welfare aziendale.

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Con le nuove norme della Legge di Stabilità, la conciliazione vita lavoro diventa più facile. Soprattutto per le donne.

conciliazione vita lavoro donneLa conciliazione vita lavoro torna d’attualità grazie alla Legge di Stabilità, che ha introdotto interessanti novità in materia di servizi per promuovere il welfare aziendale. L’obiettivo è non solo aumentare il potere d’acquisto dei lavoratori, ma anche migliorare la qualità della vita e quindi garantire un rapporto più sereno e produttivo con l’azienda. In tal senso, potrebbero essere molte le ripercussioni positive sul lavoro femminile.

Lavoro femminile in Italia: la conciliazione che stenta

Una recente ricerca dell’Osservatorio Imprenditoria Femminile di Confartigianato riporta che il 42,7% delle madri occupate stenta a trovare la giusta conciliazione vita-lavoro. L’inadeguatezza dei servizi di cura in Italia, spesso troppo pochi e troppo costosi, rende per molte donne lavoratrici quasi impossibile lavorare, prendersi cura della famiglia e della casa insieme.
Non stupisce quindi il dato del rapporto Istat “Come cambia la vita delle donne”: negli ultimi 10 anni, oltre 10milioni di donne hanno gettato la spugna e rinunciato al proprio lavoro per prendersi cura di figli, anziani non autosufficienti e disabili. L’Italia ha uno dei tassi di occupazione femminile più bassi in Europa: mentre in Germania lavora il 70% delle donne e in Francia il 60%, l’Italia si ferma al 47%.

I benefici del lavoro femminile per le aziende e per l’economia

Già nel 2007 il Gender Inequality, Growth and Global Aging dell’ONU evidenziava che la parità di genere nel mondo del lavoro comporterebbe un aumento del 13% del PIL nell’Eurozona. In Italia questo aumento potrebbe essere del 20%.
Al di là degli effetti sul PIL, diversi studi hanno evidenziato che una maggiore presenza delle donne nel mondo del lavoro avrebbe concreti benefici anche sulle singole aziende. I team guidati da una donna o formati in parte da donne, infatti, risultano più produttivi.

Conciliazione vita lavoro: gli incentivi

lavoro agile - donna che lavora da casa

Le nuove norme sul welfare aziendale della Legge di Stabilità fanno molto per la conciliazione vita lavoro. I benefit erogati dall’azienda al lavoratore ed esenti da tassazione comprendono agevolazioni per asili, doposcuola, centri estivi e invernali. Nel pacchetto dei servizi detassati sono compresi inoltre assistenza ad anziani e disabili.

La detassazione dei benefit consente di fatto una riduzione del cuneo fiscale e, a parità di costo per l’azienda, un netto aumento del potere d’acquisto per il lavoratore.
Da parte sua, il lavoratore può accedere a servizi altrimenti per lui inaccessibili dal punto di vista economico. Ciò significa poter tornare al lavoro per tante delle donne costrette alla inoccupazione dalla mancanza di asili nido statali, dal costo eccessivo di quelli privati e dalla mancanza di qualcuno che provveda alla cura dei figli durante l’orario di lavoro.

Anche il DDL sul Lavoro Agile promette molto in tal senso: secondo il “Work Trends Study” di Adecco, lo smart working è una grande risorsa soprattutto per chi ha figli o deve badare ad anziani e disabili. Un orario flessibile e non fossilizzato sulle canoniche 9-18, o sul concetto di ufficio, consente infatti di incastrare impegni familiari e lavorativi altrimenti inconciliabili.

Aprire le porte al lavoro agile anche in Italia, smantellando l’attuale sistema ufficio-centrico, significa non doversi porre domande come: “Chi andrà a prendere i bambini a scuola?”, “Chi si occupa del tecnico della caldaia?” “Quando posso andare dal dentista?” e tante altre che affollano e rendono inutilmente pesanti le nostre giornate.

Il ruolo degli uomini nel lavoro femminile

Affinché queste norme portino realmente all’uguaglianza di genere, però, non devono essere solo le donne ad usufruirne.
La possibilità di stare accanto a un figlio nei suoi primissimi anni, o di aiutare un genitore senza rinunciare al lavoro, dev’essere prima di tutto colta dagli uomini. Perché solo quando gli uomini approfitteranno di questi benefit per rivendicare i propri diritti di padri e di figli, per prendersi la propria fetta di cura della famiglia, solo allora si potrà parlare di uguaglianza di genere nel lavoro e nella società.

In questo senso le nuove norme agevolano e favoriscono la paternità e molte aziende, soprattutto grandi, hanno già introdotto policies per agevolare i padri che intendono impegnarsi nella cura dei figlio.

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